Piantagione abete bianco - alpe di Naccio

Creazione di una nuova piantagione – 2009

Introduzione

Con la creazione della Riserva orientata del Bosco Sacro di Mergugno, il Patriziato ed il Comune di Brissago hanno dimostrato nuovamente un grande attaccamento al loro territorio e alla valorizzazione del patrimonio naturale e colturale.

A questo significativo traguardo, come del resto anche ad altre importanti realizzazioni nel Comune, aveva contribuito con la sua appassionata attività quale forestale e municipale, il nostro caro amico Guido Repetti.

La prematura scomparsa ha impedito a Guido di avviare un altro progetto che lo interessava particolarmente: la creazione di una piccola piantagione di Abete bianco nei pressi dell'Alpe Naccio. Un intervento, già valutato a suo tempo da Guido e Ivo Ceschi, in favore della diffusione di una specie arborea di grande interesse in una zona dove sicuramente essa era ben presente nel passato.

Partendo da una lettera inviata da Ivo Ceschi al Patriziato di Brissago nel marzo 2009 si è concretizzato questo Progetto.

Oltre a rendere omaggio al nostro amico Guido, tanto più in un luogo a cui era tanto legato quale l’Alpe Naccio, il progetto si riallaccia idealmente al piano forestale cantonale, in particolar modo alle misure operative per la promozione della biodiversità nel bosco ticinese.

Obiettivi perseguiti con la creazione della piantagione

Il piano forestale cantonale approvato dal Consiglio di Stato il 19 dicembre 2007, prevede tra le varie misure in favore della biodiversità (cap. 7) pure la diffusione di specie arboree e arbustive rare (misura 7.4.3). Ora benché l'Abete bianco sia una specie tutt'altro che rara a livello cantonale, è indubbio che esso sia assolutamente sottorappresentato rispetto al suo areale potenziale. Le attività antropiche del passato (disboscamenti medioevali, pascolo, tagli rasi, produzione di carbone, ...) hanno condotto ad una notevole regressione di questa specie (Ceschi 2006).

Con la creazione di una piccola piantagione di Abete bianco nella zona dell'Alpe Naccio si è quindi attuato un intervento volto alla promozione di una specie arborea tipica di questi luoghi ma oggi chiaramente sottorappresentata a conseguenza delle attività antropiche del passato.

A proposito della presenza di questa specie sul territorio di Brissago è interessante riprendere alcuni passaggi del testo di Pierangelo Erigerlo e Pier Giacomo Pisoni "Brissago medievale nei suoi statuti " (ed. Dadò 1984)

  • cap. 117 (Della legna nel Bosco di Orione), pag. 141: "Fu ancora statuito: nessuno, senza licenza dei consoli, raccolga o tagli legna verde o secca d'abete rosso e bianco o di larice nel Bosco di Orione. Gli aderenti al comune sono tenuti, secondo le loro possibilità, a denunciare i contravventori, cautelandosi con pegno. Così si dica dei faggi e degli abeti bianchi di ogni faggeto sul Monte dei Prati."
  • cap. 181 (Del divieto di tagliare faggi), pag. 175: "Fu ancora statuito: nessuno di Brissago tagli o faccia tagliare le piante di faggio site nei faggeti del Monte dei Prati e le piante di abete rosso e bianco, oltre la vetta, nel bosco di Orione, pena la multa di 20 solder. per ogni pianta o parte di essa. Gli aderenti al comune sono tenuti a sporgere denuncia davanti ai consoli."

Inoltre, sempre nello stesso testo, sono riportati alcuni toponimi con radice in "crovedo" (= abete bianco):

  • cap. 121, pag. 142: Canna della Croveda (si dovrebbe trovare nella Valle del Sacro Monte).
  • cap. 189, pag. 179: Crodoro, divenuto poi Crodolo (se la radice è da ricondurre ai "crovadi" anche nella Valle del Crodolo dovevano esserci abeti bianchi).

Da quanto rilevato dagli antichi documenti si può dedurre che nel passato a Brissago vi fosse una presenza di abete bianco nettamente superiore a quella attuale.

La forte riduzione della presenza di questa specie va quindi probabilmente ricercata nei ripetuti e forti tagli del passato (vedi teleferica Termine-Naccio- Lago Maggiore, " i stradon" di Naccio e di Sürvi, le piazze di carbonere, ecc.), accompagnati da un intenso pascolo bovino e caprino che hanno estromesso l'abete bianco e creato una faggeta quasi pura.

La zona interessata dal progetto
La zona dell'Ape Naccio, in particolar modo i pendii rivolti verso le Centovalli, si caratterizza per condizioni climatiche e geografiche particolarmente favorevoli all'abete bianco.

Le condizioni climatiche nella regione di Brissago godono di un clima tipicamente insubrico, caratterizzato da inverni secchi (dove le nevicate non sono tuttavia rare) seguiti da eventi piovosi, spesso a carattere temporalesco, che si concentrano nei periodi aprile giugno e settembre — ottobre. Le precipitazioni concentrate nel periodo vegetativo e il regime termico mite, creano condizioni assai favorevoli alla crescita della vegetazione arborea. Anche se già rivolta a nord, la zona della piantagione posta nei pressi del crinale, è comunque influenzata da periodi di scarsa disponibilità idrica distribuiti su tutto l'arco dell'anno.

La vegetazione presente nell'area

Come anticipato i boschi di questa zona sono stati fortemente influenzati dalla gestione agricolo forestale del passato. Nonostante oggi l'Abete bianco compaia solo sporadicamente le associazioni boschive dovrebbero essere una variante del Calamagrostio viliosae-Abietetum e il Rhododendro-Abietetum con presenza di faggio.

In generale va sottolineato come la presenza di una notevole rinnovazione naturale nei pressi dei pochi abeti bianchi presenti in zona, sia la chiara dimostrazione dell'esistenza di condizioni particolarmente favorevoli a questa specie.

Purtroppo, alla presenza di numerosi semenzali e piccole piantine sotto la copertura dello strato erbaceo e cespuglioso (mirtilli), non fa ancora seguito la presenza di giovani esemplari di abete bianco. La scarsità di piante da seme e la pressione della selvaggina sembrano quindi ostacolare fortemente il ritorno di questa specie arborea.

La piantagione avrà una dimensione di 25 x 35 m per una superficie di 875 mq, sarà ubicata interamente su proprietà del patriziato di Brissago.

Si prevede quindi di procedere all'eliminazione di alcuni faggi ed alla creazione della recinzione. Nella primavera 2010 si potrà poi procedere alla piantagione dei giovani alberelli, prestando particolare attenzione alla provenienza del materiale. In questo senso è già stata verificata con il vivaio forestale di Lattecaldo la disponibilità di materiale idoneo proveniente o dai popolamenti di Cardada o dalla Valle di Vergeletto.

Naturalmente nei primi anni la piantagione necessiterà di cure. In particolare, occorrerà procedure a degli interventi annuali volti a ridurre la concorrenza esercitata da erbe e cespugli sui giovani alberelli. Inoltre, periodicamente andrà pure verificato io stato della recinzione.

A dipendenza delle caratteristiche del materiale a disposizione per la piantagione, è presumibile che le cure dovranno protrarsi per diversi anni mentre fa recinzione potrà essere allontanata unicamente quando i giovani abeti bianchi saranno sufficientemente sviluppati per non soccombere ai danni da brucatura (10-15 anni).

Conclusioni

Con la creazione di una piccola piantagione di Abete bianco nei pressi dell'Alpe Naccio, il Patriziato di Brissago intende promuovere il ritorno di una specie arborea tipica di queste associazioni boschive. Idealmente questo nucleo di origine artificiale dovrebbe favorire, sul medio lungo termine, la ricolonizzazione naturale di tutta la zona da parte dell'Abete bianco.

Accanto alle motivazioni d'ordine naturalistico — promozione di specie arboree autoctone questo progetto consentirebbe pure d'onorare la memoria del Forestale Guido Repetti che tanto si era impegnato per la salvaguardia e la promozione del bosco del Settore Pizzo Leone.

Redazione fu Ing. Pietro Stanga, Ufficio forestale 8° circondario di Locarno

Abete bianco – Abies alba Mill.

Divisione: Spermatophyta
Sottodivisione: Gymnospermae
Classe: Coniferae

ll nome scientifico di questa pianta appartenente alla famiglia delle Pinaceae è Abies alba o Abies pectinata, è un albero sempreverde, originario dell'Europa centrale e meridionale.

Caratteristiche morfologiche:

  • Albero sempreverde alto fino a 40-50 m. e con diametro che può raggiungere 2 - 3 metri.
  • Fusto diritto, cilindrico con corteccia liscia ed argentea da giovane, più spessa e screpolata da adulta.
  • Invecchiando, si arresta lo sviluppo in altezza e la pianta assume la caratteristica forma a nido di cicogna.
  • Aghi lunghi 2 - 3 cm, con apice arrotondato, con due strisce longitudinali bianche sulla pagina inferiore; sono disposti ai lati dei rami in una o due file a mo' di pettine.
  • Amenti maschili giallastri sui rami di un anno, coni femminili cilindrici della parte centrale e superiore della chioma. Gli amenti maschili e femminili sono disposti sulla stessa pianta.
  • Coni (Pigne) eretti, lunghi 10- 15 cm che si disarticolano a maturità: le squame ed i semi cadono lasciando sul ramo l'asse centrale.

Caratteristiche biologiche ed ecologiche:

  • Longevità 200- 300 anni; crescita iniziale lenta.
  • Fioritura: maggio; maturazione dei semi a settembre;
  • Impollinazione e dispersione dei semi ad opera del vento.
  • Specie molto esigente di umidità atmosferica, predilige climi con limitata escursione termica.
  • Tollera bene l'ombra (specie sciafila) da giovane, sensibile alle gelate tardive.
  • Resiste all'azione del vento grazie all'apparato radicale profondo dapprima fittonante e poi espanso.
  • Vuole suoli profondi e freschi, a ph da neutro ad acido.
  • Habitat: nei boschi montani, da 500 a 1800 s.l.m., nella fascia del faggio e dell'abete rosso, con i quali forma spesso boschi misti.

Sfruttamento del legno, usi e proprietà della pianta.
Il legname si lavora con estrema facilità, è leggero ma sufficientemente solido, di un gradevole colore bianco ed abbastanza stabile se ben conservato. Si usa in falegnameria per tavolarne corrente e per casse da imballaggio, e per la preparazione di pasta da carta

Un parassita tremendo è il fungo Heterobasidion annosum che può raggiungere notevoli dimensioni formando caratteristiche mensole sui tronchi vecchi. Esso può provocare perfino il crollo di piante molto grandi e apparentemente sane.
Un altro fungo piuttosto grande è rappresentato dalle famigliole di Armillaria mellea, che si inseriscono sul legno marcio di abeti malati.

Con il Messaggio Patriziale del 12 ottobre 2009, il Patriziato si è fatto promotore di istituire una piantagione di Abete bianco nella zona dell’Alpe di Naccio.